“Mi manca la mia classe! Mi racconti una favola di quando non c’era il coronavirus e si andava a scuola davvero?”

“Certo, c’era sempre tanto traffico e c’erano due bambini che non volevano mai alzarsi presto….”

Come tutte le mattine, anche quel giorno la famiglia Ritardella era uscita di casa troppo tardi per arrivare a scuola. I due bambini, Calma e Rilassato, avevano dormito fino a tardi e al momento di svegliarsi proprio non ne volevano sapere.
“Forza pigroni, giù dal letto!”, li chiamò la mamma dal piano di sotto.
“È ora di alzarsi, o farete tardi anche oggi”, rincarò il papà.

Ma loro niente, russavano senza problemi e neppure percepivano i continui richiami dei genitori.
Quando finalmente si decisero ad aprire gli occhi, erano le sette e trenta passate, decisamente troppo tardi per sperare di arrivare in tempo. Lentamente scesero dal letto, lentamente si vestirono, lentamente scesero giù a fare colazione. Facevano tutto talmente con calma, che Rilassato si stava quasi riaddormentando davanti alla tazza di latte fumante.
Una volta finito, si lavarono i denti, si infilarono i grembiulini e finalmente si avviarono all’ascensore. Una volta in macchina i bambini ci misero molto tempo a sedersi composti e ad allacciare le cinture. E sulla strada…. “Non posso credere ai miei occhi!”, disse Calma guardando la strada mentre la mamma guidava tranquilla tranquilla.

“Che cosa c’è, sorellina?”, Rilassato non era certo allarmato
“Un aereo davanti a noi”, spiegò la mamma con la serenità di sempre.
“Un aereo?!!?!”, Calma e Rilassato non potevano credere alle loro orecchie (e neppure ai loro occhi): davanti alla macchina si parava tranquillo e beato un aereo trainato da un camion che occupava tutta la strada e costringeva i veicoli a transitare lenti come lumache.

“Arriveremo tardi, mamma?”, chiesero i due fratellini
“Come sempre, bambini”.

La famiglia Ritardella - Traffico - Chiara Lico

In effetti una volta a scuola, i cancelli erano chiusi, le lezioni erano cominciate e i due fratelli Ritardella dovettero aspettare un bel po’ prima di poter entrare nelle rispettive aule. Oggi però la maestra non sembrava tanto rilassata e, stanca di dover sempre accompagnare i piccoli ritardatari in classe, volle sentire qual era il motivo:
“Allora, signorini: come mai vi siete presentati a quest’ora?”
“Abbiamo trovato un aereo per la strada, signora maestra”, risposero in coro i due.
“Un aereo?!”
“Sì!”
“Un aereo? Ah, questa sì che è bella!”
Il tono della maestra non era amichevole.
“Lo sapete che le bugie non si dicono?”
“Ma è vero, c’era un aereo!”
La maestra si stava arrabbiando, eppure loro non capivano perché: avevano detto la verità.
“Andate nelle vostre classi, ma domani vi voglio qui alle otto in punto. Come tutti i vostri amichetti”.
“Va bene, maestra”, dissero i due bambini e tornarono in classe silenziosi e tristi.

L’indomani, quando suonò la sveglia i fratellini Ritardella non ce la facevano proprio ad alzarsi. Ma si ricordarono quel che era successo il giorno prima e con grande fatica si tirarono su dal letto. Fecero colazione lenti, si vestirono lenti e quando finalmente uscirono di casa, l’orologio segnava già un gran ritardo. Seduti in macchina in silenzio, a un certo punto lanciarono un grido:
“Guarda mamma! Una barca”.

“Proprio così bimbi miei, c’è una barca sulla strada”
In effetti, un gigantesca barca trainata da un grande camion occupava tutta la strada.
Visto il peso del carico, il camion andava lento come una lumaca ma era impossibile superarlo e così tantissime macchine procedevano in fila indiana senza poter superare la gigantesca barca.

“Faremo tardi, mamma?”
“Come sempre, piccoli miei”.
I due fratellini si guardarono: “Speriamo che non succeda come ieri”, bisbigliarono….

Arrivati a scuola, il cancello era chiuso: era troppo tardi. La maestra li chiamò di nuovo nella sua stanza.
“E oggi che cosa è successo? Avete trovato per caso una barca sul vostro cammino?”
I due fratellini si scambiarono uno sguardo: “Sì, signora maestra!”
“Ah sì, eh?”
“Sì”
“Ah sì, eh?”
“Sìììì!”
La maestra però non sembrava contenta come loro…anzi era decisamente innervosita…
“In punizione!”
“Ma maestra…”
“In punizione, ho detto!”

“Non voglio più sentire bugie, fratellini Ritardella!”
“Ma per strada c’era davvero una barca, era la verità!”
La maestra, però, non volle sentire ragioni. E li fece restare seduti in un angolo per quasi tutta la mattinata.

Il terzo giorno, i bambini Ritardella si svegliarono come tutte le mattine con tranquillità, fecero colazione e si vestirono senza troppe storie. Ma una volta sulla strada per la scuola, capirono che anche quel giorno avrebbero preso una punizione: la carovana del circo stava arrivando in città. E davanti a loro, trasportata su una piattaforma di legno, veniva trainata una grandissima giostra colorata e luminosa. Certo, adesso era spenta, ma chissà una volta attivata quanto sarebbe stata fantastica.
I fratellini Ritardella la guardavano sognanti, ma d’un tratto i loro sogni si interruppero bruscamente: “Mamma, devi superare la carovana!”, disse Calma.

“Non posso, bambini, non ho visibilità”, rispose pacata la mamma
“Provaci, altrimenti arriveremo in ritardo!”, insistette Rilassato
“Come ogni giorno, bambini”
E infatti, come ogni giorno, quando arrivarono il cancello della scuola era chiuso.

La maestra li aspettava a braccia conserte fuori dalla loro classe.
“E oggi? Che cosa è successo, oggi?”
I due fratellini spiegarono la situazione, “Il circo, la giostra…”
“Ma insomma!, li interruppe la maestra, “Come si deve fare con voi per far sì che arriviate in tempo alle lezioni?”
“Maestra….”
“No, niente giustificazioni!”
“Ma…”
“In punizione!”
E per il terzo giorno di seguito i due fratellini Ritardella rimasero in punizione.

La famiglia Ritardella - Scuola - Chiara Lico

La mattina del quarto giorno, però, misero a punto il piano che avevano escogitato la sera prima. Invece di fare storie quando il papà e la mamma li chiamarono, si alzarono subito… Come molle. Poi fecero colazione veloci senza dire né a e né ba. E alla fine, addirittura si lavarono i denti senza farselo ripetere due volte… Insomma un cambiamento davvero incredibile. Salirono velocemente in macchina e si allacciarono le cinture e quando finalmente furono per strada, l’orologio non segnava nessun ritardo.
Si accorsero così che tanti altri bambini andavano a scuola a quell’ora, le macchine erano piene di piccoli scolari che sarebbero entrati in orario a lezione…Alcuni guardavano fuori dal finestrino, altri parlavano tra loro, altri ancora cantavano le canzoni dei cd… Insomma quella era l’ora dei bambini puntuali…

Ma a un certo punto, ecco che davanti a loro, immensa, gigantesca, una casa prefabbricata coloratissima veniva trasportata da un rimorchio….La strada era bloccata e una lunga fila di macchine occupava tutte e due le corsie…
“O no!” gridarono insieme disperati…”Finiremo col fare tardi anche oggi….”
“Perché mai, bambini miei?”, chiese la mamma tranquilla…

Aveva ragione la mamma a stare tranquilla, perché sapeva che sarebbero arrivati perfettamente in tempo. E infatti, arrivati a scuola trovarono il cancello aperto ed entrarono insieme a tutti i loro compagnetti.

Categoria: Favola

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