Gianna per tutti e quando si dice per tutti è per tutti proprio. Forse solo lei sapeva davvero come si chiamava, ma nessuno gliel’aveva mai chiesto e alla fin fine visto che si girava quando la chiamavano così, il suo nome è rimasto quello.
Gianna 38 anni, forse 40 ha detto la polizia, che a piazza Maggiore la conoscevano tutti e non dava fastidio a nessuno, che un po’ di folclore lo faceva pure lei che non sapeva manco che cosa significa, folclore.
Mondo di tutti e quello della strada solo di chi lo sa capire e sentire. Lei la scommessa l’aveva vinta e senza troppa fatica. Si può vivere tra gli altri anche se lo pensi solo tu, e per qualcuno che s’allontana o si imbarazza c’è chi si ferma e due parole le scambia e magari si fa pure cadere cinquecentolire dalla mano. Ma senza farsi vedere, se no poi si incentiva certa forma di degrado.
Stessa aria, stesso freddo, stesso caldo. Una volta un ragazzino gliel’aveva detto, tra me e te non c’è differenza, viviamo sotto lo stesso cielo e guardiamo lo stesso sole.
Gli aveva fatto piacere e se l’era ripetuta quella filastrocca, tanto il calore bisogna darselo da soli.
E se l’era continuata a ripetere la sera e poi la notte, quando tira l’aria fredda e il giornale non basta mica più, e bisogna andare a chiedere qualche cartone al ristorante che chiude, tanto loro che se ne fanno.
E alla fine c’aveva pure una figlia. Che profumava e che gli tintinnavano tutti i gioielli. Era venuta per il riconoscimento e il questore c’era rimasto male a vederla perché mica se l’aspettava che certe figlie possono essere così diverse dalle madri.
Comunque lui il suo dovere l’aveva fatto e adesso andava a pranzo.
Però la curiosità gli era rimasta, di come si chiamava davvero Gianna, bruciata viva, aveva letto il giorno dopo sul giornale, da qualche teppista che voleva una serata diversa o solo seminare terrore tra i barboni di Bologna.
E mentre morde quel panino al bar si immagina il fuoco e risente il bracciale che sbatte sul tavolo.
E c’ha freddo ma giusto un attimo, perché non è il primo caso che gli capita e non sarà certo l’ultimo.
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